Chi sei e cosa fai nella vita?
Mi chiamo Marco Florio, ho cinquant'anni, sono originario della provincia di Benevento anni fa mi sono (abbastanza misteriosamente) laureato in Ingegneria gestionale a Torino, dove tuttora vivo e lavoro nel campo della consulenza informatica. Sono un grande appassionato di musica, senza particolari preferenze sui generi, mi piace molto anche il cinema e amo impastare (nel senso che mi piace fare il pane e la pizza in casa). Sono stato finché ho potuto un lettore compulsivo, soprattutto di romanzi, traslando negli anni le mie preferenze dal Portogallo al Sudamerica passando per la Francia e la Russia. Oggi forse i miei preferiti sono gli americani (gli scrittori, intendo).
Come hai conosciuto il Premio Giorgione® e che esperienza hai avuto fino a oggi?
Ero venuto a conoscenza del bando a fine 2022 grazie alla casa editrice e avevo deciso di partecipare, come sempre senza grandi ambizioni (immaginandomi un po' come uno dei ventimila partecipanti a un concorso in cui vincono in sei). Invece è andata diversamente, finalista e poi addirittura il secondo posto nella categoria della narrativa edita, un riconoscimento per me meraviglioso e inatteso. Ho amato molto il contesto, le persone, l'atmosfera, il luogo - che non conoscevo - la passione autentica e naturalmente il prosecco. E ho capito finalmente quanto è faticoso e complicato organizzare e gestire una cosa del genere.
Cosa ti aspetti dalla tua partecipazione come giurato quest’anno?
Per me è tutto nuovo, come lo era la mia partecipazione dello scorso anno come autore. Non ho mai letto dei libri con l'idea di farne una classifica ma l'idea mi incuriosisce molto. E di certo sarà un piacere incontrare di nuovo gli organizzatori e chi come me era salito sul palco dell'ultima edizione.